Con i suoi ventotto chilometri di costa, l’Isola del Giglio è la seconda per estensione del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano: frequentata già dai Romani, che vi costruirono una grandiosa villa e un fiorente porto commerciale, il Giglio è oggi una delle più apprezzate e affascinanti destinazioni turistiche italiane. Un’isola che, per certi versi, sintetizza tutte le bellezze del Mediterraneo: suggestivi borghi medievali; splendide spiagge sabbiose e scogliere di granito; spettacolari fondali marini, punteggiati di antichi relitti, ideali per le immersioni; numerose passeggiate ed escursioni immersi nel verde; panorami senza fine; ottimali strutture recettive e di svago, nel rispetto dell’ambiente, e potremmo continuare a lungo. Da un punto di vista logistico, l’isola è comodamente raggiungibile in un’ora di navigazione da Porto S. Stefano, in provincia di Grosseto. L’accesso delle auto è soggetto a precise limitazioni, ma questo non crea problemi di spostamento, grazie a un efficiente servizio pubblico di bus.
L’Isola del Giglio – il cui suggestivo nome non deriva dall’omonimo fiore, e neppure dalla dominazione fiorentina, ma semplicemente dalla latinizzazione del vocabolo greco Capra, ovvero Aegilium, Isola delle Capre – costituisce un Comune autonomo (circa 1.500 residenti) articolato in tre frazioni abitate in permanenza, a cominciare dal capoluogo Giglio Castello, nel collinare entroterra, a 405 metri di quota. Un borgo medievale di rara bellezza, ancora cinto dalle sue antiche mura irte di torri, con la poderosa Rocca Aldobrandesca che vigila sul caratteristico centro storico, con il suo intreccio di viuzze sormontate da archi, cui si affiancano i tipici balzuoli, ovvero le scale esterne per accedere ai piani superiori delle case.
Giglio Porto, sulla costa orientale, è la “porta d’accesso” all’isola, utilizzata già dai Romani: un villaggio tipicamente marinaro, con le sue pittoresche case multicolori, ricco di negozietti e locali tipici. Nei pressi, si erge la cinquecentesca Torre del Saraceno, mentre a pelo dell’acqua, straordinariamente limpida, si possono osservare alcuni resti dell’imponente villa romana dei Domizi Enobarbi, in gran parte inglobata nel centro abitato.
L’ultima frazione – ed anche la più recente – è Giglio Campese, sulla costa nord-occidentale, che rappresenta un po’ la “capitale turistica” dell’isola, con la sua lunga spiaggia sabbiosa, al centro di una coreografica baia, vigilata su un lato dall’imponente Faraglione e, dall’altro, dall’antica Torre Medicea, testimone dell’ultima incursione dei pirati barbareschi, il 18 novembre 1799. Tra l’altro, i venti che spirano da sud rendono questa baia particolarmente adatta agli amanti del surf e della vela.
Oltre a queste tre località, la costa dell’isola offre una grande varietà di ambienti, alternando dirupate scogliere di granito e dolci baie, minuscole insenature e ampie spiagge sabbiose, alcune facilmente accessibili, altre raggiungibili solo dal mare, in scenari di rara suggestione. L’entroterra – prevalentemente montuoso e abbellito di una lussureggiante e varia vegetazione mediterranea – è percorso da numerosi sentieri, ideali per passeggiate ed escursioni. Da non perdere, in particolare, la salita ai 486 metri del Poggio della Pagana, dal quale si gode un panorama a 360 gradi che, da solo, vale il viaggio: dall’Argentario all’Isola d’Elba, dalla Corsica agli Appennini….