Casteldelfino:terra generosa scaldata dal calore del sole estivo e della neve invernale, autentico crocevia per il vallone laterale di bellino e della strada, attraverso il colle dell’agnello, per la regione francese del Queyras.

Casteldelfino è uno dei paesi della Valle Varaita in cui si parla la lingua occitana: L’origine del suo nome è legata al fatto di essere stato possedimento territoriale dei Delfini di Vienne: eredi al trono del regno di Francia che nel 1336 eressero un castello del quale oggi sono ancora visibili alcuni ruderi.Il luogo però è noto sin dal X° secolo, quando l’antico borgo era conosciuto con il nome di Villa Sant’Eusebio e si sviluppava più a valle.

Nel 1391 una frana distrusse il centro abitato, risparmiando solo la Chiesa di Sant’Eusebio, tutt’ora esistente. Gli abitanti si rifugiarono nella parte più elevata del territorio, formando così l’attuale cittadina di Casteldelfino. Coinvolto nelle aspre guerre di religione della seconda metà del 500, il paese venne poi occupato dai Savoia per passare, in seguito, nuovamente sotto la Francia. La dominazione sabauda divenne definitiva solo nel 1713.

I luoghi da vedere sono tanti, ma meritano una speciale menzione la Chiesa Parrocchiale di Santa Margherita, la cinquecentesca Fontana del Truei, il Museo Etnografico “Ier a la Vilo”, il Centro Visite “Alevè”, la Chiesa di Sant’Eusebio e i Ruderi del Castello, il Bosco dell’Alevè, il più esteso bosco di pini cembri d’Europa che si estende su circa 850 ettari in Valle Varaita, tra i Comuni di Sampeyre, di Casteldelfino e di Pontechianale. Per queste caratteristiche uniche e particolari, dal 2000 il bosco dell’Alevè è inserito nell’elenco dei siti di interesse ambientale della Comunità Europea.