Fondata su un insediamento romano, ricostruita da coloni germanici, ha conservato il suo fascino medievale e barocco durante gli anni del comunismo… Sibiu alla romena, Hermannstadt alla tedesca, Nagyszeben all’ungherese. Tre nomi indossati lungo i secoli, tre lingue che riflettono la storia di convivenza pacifica di altrettante etnie. Infatti, la multietnicità, la multiconfessionalità e la multiculturalità hanno caratterizzato da sempre la città situata nel cuore della Transilvania in Romania… Sibiu è stata designata, fatto singolare, come doppia capitale europea: culturale ed ecumenica. Inedito anche il fatto che la città transilvana abbia ottenuto lo statuto di capitale delle cultura, insieme a Lussemburgo, già dal 2004, quando la Romania non era ancora membro UE.
(Claudia Stanila, Avvenire)
Grazie alla combinazione tra generazioni, stili di vita e gruppi etnici, oggi Sibiu può vantare un patrimonio artistico-culturale di tutto rispetto. Facile da esplorare a piedi, basta abbandonarsi alla voglia di girare con il naso all’insù per scoprire gli angoli più nascosti o gli scorci più suggestivi con tutta calma, magari concedendosi una pausa nei tanti caffè e birrerie all’aperto o nelle tipiche osterie del centro. Il cuore del centro storico pulsa sulle tre piazze principali.
Per presentarsi in forma come Capitale europea della cultura 2007, Sibiu è stata oggetto di un’efficace quanto costosa “remise en forme” che, mettendo da parte i cliché di Dracula e del romanticismo nero, ha riportato alla luce il carattere cosmopolita di questa città che da secoli sorge nel cuore della Transilvania. Non a caso lo slogan scelto per l’evento recita “Città della cultura – città delle culture”. Un motto che calza a pennello a una città che da sempre è stata un crocevia di popoli. I romani la chiamarono Cibinium, gli ungheresi Nagyszeben, i tedeschi Hermannstadt. Nel XV° secolo fece da baluardo contro l’invasione turca. Nella Sibiu odierna è possibile rintracciare questa mescolanza di diverse culture.
Rimanendo sul filo della storia, c’è una strada in particolare che vale la pena di percorrere: Nicolae Balcescu. Non solo perché è tra le più antiche (1492) ma perché oggi è una via pedonale che di giorno ospita un mondo tutto da scoprire fatto di cortili interni, negozi, laboratori artigianali e vecchi caffè e di sera accende le insegne dei suoi locali per diventare il fulcro della vita notturna di Sibiu. (Lina Terrosi, ViaggiVacanze)
Tre è il numero magico di Sibiu. Ci vivono tre popoli: tedeschi, ungheresi e romeni che convivono in pace… Vi si professano tre religioni: protestante, cattolica e ortodossa in altrettante cattedrali. Nel suo centro si aprono tre piazze, tornate all’antico splendore. Il Corso – la via dello struscio con i negozi, i ristoranti e le birrerie ricavate in cantine coi soffitti a volta in mattone – si getta nell’immensa Piazza Mare col nuovo Municipio in un restaurato edificio Art Nouveau a fianco della cattedrale cattolica barocca. È una spianata circondata di antichi palazzi coi tetti alti su cui s’aprono abbaini a forma di occhio. È sede di mercati e manifestazioni: ospita i concerti e gli spettacoli di Sibiu 2007… Da qui passando sotto l’arco della medievale Torre dell’Orologio si sbuca nell’adiacente e piccola Piazza Mica, invasa dalle terrazze di bar e ristoranti. La strada che da questa piazza scende verso la città bassa è sovrastata da un viadotto in ferro chiamato il Ponte dei bugiardi. Si sale sulla cima della Torre dell’Orologio per godere la migliore vista sul centro storico e coglierne la singolare struttura urbanistica: è collegato da scalinate e chiuso dai resti di tre giri di mura. Si vede un bel panorama anche dal campanile della gotica cattedrale evangelica di Piazza Huet. (Marco Moretti, La Stampa)
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