Il Monte Arci, meta obbligata per tutti gli amanti dell’’archeologia che visitano la sub zona dell’’Alta Marmilla, nella Sardegna centrale, con le sue due cime più caratteristiche e conosciute, la Trébina Longa (812 mt) e la Trebina Lada (795 mt), è quasi l’ultima contrafforte delle montagne centrali che si affacciano da oriente sulla grande pianura del Campidano. Sin dalla preistoria è stato una grande miniera all’aperto di una caratteristica pietra vulcanica, la nera ossidiana, ricercata come preziosa per i suoi molteplici impieghi dagli uomini del neolitico, che l’hanno lavorata e modellata per la produzione di utensili, monili e le punte delle loro frecce. Ma il Monte Arci è anche un immenso patrimonio naturale, dai boschi di querce e lecci alla ricchissima macchia mediterranea caratterizzata da cisto, ginestra e lavanda, dalle numerose sorgenti d’acqua purissima alle specie di animali come la poiana, il falco pellegrino, la gallina prataiola. Peculiarità che hanno portato alla realizzazione del Parco Naturale Regionale del Monte Arci, previsto dalla L. R. 31/ 89.. Per gli aspetti collegati all’estrazione dell’’ossidiana, dichiarati dall’ Unesco Patrimonio d’interesse Internazionale, costituisce l’area 1 del Parco Geominerario della Sardegna. Con il suo profilo animato, il Monte Arci svetta sulla pianura che dai suoi piedi va a raggiungere il mare e guarda, come a proteggerli, i piccoli centri che si adagiano sui suoi versanti. Tra questi, Morgongiori, un paese le cui origini antiche sono strettamente legate alla vita del Monte, caratterizzato da un’ economia agricola con produzione di grano e altri cereali, olive e uva da vino, noto e apprezzato per i bellissimi tappeti e i raffinati tessuti orditi a mano dalle donne del paese con gli antichissimi telai orizzontali.Nel centro storico sopravvivono, ben conservate, le vecchie case in trachite e basalto nero, adornate da ampi portali. Accanto alle incomparabili bellezze paesistiche, al misterioso patrimonio archeologico, alle tradizioni popolari e artistiche, Morgongiori presenta ai visitatori un altro aspetto fino a qualche decennio fa poco conosciuto: una prestigiosa e primordiale cucina ancora incontaminata ed un prodotto patrimonio culturale dell’’agroalimentare sardo e trionfo dell’’abilità manuale delle donne.
Parliamo delle Lorighittas, i gioielli di pasta di grano duro intrecciata a mano, considerata come pietanza prelibata dai più noti chef. Sul loro nome si affacciano diverse interpretazioni. Chiamate inizialmente “maccarrois fibaus” ossia maccheroni filati, secondo alcuni furono in seguito rinominate Lorighittas per la loro forma che ricorda le caratteristiche escrescenze del collo delle caprette o dei maiali, chiamate in dialetto “lorigas”. Secondo altri, il nome deriva dalla loro somiglianza a preziosi orecchini. Capolavoro unico in assoluto, le lorighittas vengono realizzate esclusivamente a Morgongiori, dove le donne le hanno sempre preparate in occasione della festa di Ognissanti, seguendo una procedura lunga e difficile che hanno tramandato, salvato e riproposto. Per realizzare un chilo di lorighittas sono necessarie 4 – 5 ore di lavorazione. L’intero processo produttivo, viene realizzato a mano, con l’utilizzo di pochi e semplici ingredienti e materiali. Gli ingredienti sono la semola di grano duro di media grandezza, il sale e l’acqua; una variante prevede l’utilizzo delle uova per l’impasto. I materiali sono una conca in terracotta smaltata per l’assemblaggio degli ingredienti e un tavolo di legno per la lavorazione e la creazione delle figure di pasta. Una volta assemblati, gli ingredienti vengono manipolati fino ad ottenere un sottile spaghetto che viene avvolto con due giri intorno a due dita, quindi attorcigliato su se stesso e fermato comprimendone e recidendone i capi fra l’indice e il pollice.
Da questa fantasiosa lavorazione nasce un anello intrecciato e allungato che ricorda un orecchino. Il prodotto finito viene poi messo ad asciugare su un grande canestro di vimini per tre giorni. Qui le lorighittas stese formano un motivo ornamentale simile a un prezioso lavoro di filet. La lunga preparazione spiega il costo che le lorighittas oggi spuntano sul mercato: dai 20 ai 26 euro al chilo. La produzione attuale ha raggiunto i 20 mila chili all’anno, frutto di oltre 80 mila ore lavorative. Ancora fino a non molti anni fa, le Lorighittas si consumavano una volta all’anno, per la festa di Ognissanti. Dopo la tradizionale festa religiosa nella chiesa campestre dedicata a S.Suia, che si svolge il 16 ottobre, in ogni famiglia incominciavano i grandi preparativi: tutte le donne si radunavano attorno ai lindi tavoli, nelle cucine e nei freschi loggiati, per impastare e intrecciare le Lorighittas che, in occasione della solenne festa dedicata a tutti i Santi, venivano servite condite con sugo di pomodoro arricchito con carne di galletto ruspante o, nelle famiglie più abbienti, con carne di maiale o di cinghiale ed una spolverata di pecorino stagionato.Oggi, riproposte, valorizzate, e fatte conoscere oltre i confini nazionali, grazie ad un progetto la cui regia viene portata avanti dall’Amministrazione comunale che crede fermamente nella valenza culturale ed economica di questo gioiello di pasta, Le lorighittas, esprimendo appieno tutta la loro versatilità, si trasformano in piatti prelibati e di sicuro successo nelle mani dei moderni chef. La fama raggiunta e la conseguente continua richiesta di prodotto, ha spinto l’Amministrazione comunale a favorire la nascita di laboratori artigianali, dove le tecniche del passato sposano la moderna produzione, perchè invariati rimangono ingredienti e lavorazione manuale, e a dare vita all’Assolori, l’Associazione Produttori di Lorighittas di Morgongiori. A quest’ultimo soggetto, al quale aderiscono i quattro laboratori già in funzione e che raggiungeranno presto il numero di sei, è stato affidato il compito di vigilare sulla qualità e sul rispetto delle caratteristiche tradizionali di una specialità inserita nell’Albo Nazionale dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali. Altro importante compito dell’’Assolori è quello di portare avanti tutte le attività di sviluppo, marketing, promozione commerciale e seguire l’iter già avviato per l’ottenimento del marchio di tutela “Lorighittas di Morgongiori IGP”. A livello locale, la diffusione della conoscenza e dell’’apprezzamento di questo prodotto di nicchia è affidata alla sagra delle Lorighittas e del Porchetto arrosto, che si svolge la prima settimana di agosto; due giornate dedicate interamente al culto del gusto e delle tradizioni gastronomiche e artigianali. Molteplici sono però le iniziative tese a farlo conoscere oltre Tirreno e oltr’Alpe. Nel novembre 2007, durante la settimana europea delle Lorighittas, i gioielli di pasta hanno fatto il loro ingresso nei ristoranti di Parigi e di Monaco di Baviera Le Lorighittas possono essere oggi acquistate in pratiche confezioni nelle migliori rivendite di gastronomia specializzata. In cucina, le Lorighittas si prestano a mille interpretazioni; accanto alle ricette più tradizionali, sempre più numerose sono quelle proposte da intenditori e da famosi cuochi rappresentanti dell’’alta ristorazione.
Come arrivare: dalla SS 131, al bivio di Uras , si prende la direzione per Laconi e si percorre la SS 442
Da VISITARE:
All’interno dell’’abitato di Morgongiori, la piccola parrocchiale dedicata a Santa Maria Maddalena risalente al 1673 e il Museo Vivente dell’’Arte Tessile, dove si possono ammirare zappetti e arazzi di notevole pregio e assistere alla dimostrazione pratica di come avviene la tessitura. Nei dintorni, la chiesa campestre di S.Suia, Santa Sofia, dove il 16 ottobre si svolge una festa religiosa che coinvolge tutta la popolazione; la necropoli di Prabanta, un complesso funerario databile al neolitico finale (3200 – 2800 a. C.) comprendente un menhir e due piccole domus de janas scavate nella roccia, luoghi che hanno stimolato nella fantasia popolare leggende tramandate da padre in figlio; Sa Domu ‘e is Coumbus (la casa dei colombi), adibita a tempio ipogeico in epoca nuragica e dove la leggenda vuole si praticassero riti misteriosi. Sempre sulle pendici del Monte Arci, sorge il paese di Ales, celebre per aver dato i natali ad Antonio Gramsci, cui è dedicata la piazza realizzata da Giò Pomodoro. A Pau sorge il museo dell’’ossidiana, unico nel suo genere in tutta l’area del Mediterraneo.
Laboratori artigianali associati all’Assolori: (ai quali rivolgersi per l’acquisto)
FARRAS di Anna Carta
Piazza Cannamega – 09090 Morgongiori OR
cell 349 1024564
LA LORIGHITTA di Gilda Garau
Via Santa Lucia, 6 – 09090 Morgongiori OR
Tel. 0783 932117
Pastificio POLESE Snc
Via Vittorio Emanuele III s.n. – 09090 Morgongiori
Cell. 348 0475681
Indirizzi utili:
– Assolori – Associazione Produttori Lorighittas di Morgongiori Via Vitt. Emanuele III s.n. 09090 Morgongiori OR cell. 389 6417720
– Museo Vivente dell’’Arte Tessile – via Chiesa 16
09090 Morgongiori OR tel. 0783 932108
Per prenotare il proprio soggiorno:
NurCenter Tur – Centro di Promozione Archeologica Nuragica – Via Monte Arci – 09090 Morgongiori OR tel. 0783 928016 – www.comune.morgongiori.or.it