iterbo, situata nell’area nota già dall’antichità con il nome di Tuscia, è ricca di notevoli testimonianze archeologiche ed artistiche in un’atmosfera tranquilla con un clima gradevole ed un territorio circostante dominato dal castagno, dall’ulivo e dalla vite. Centro agricolo e commerciale, serba intatti il suo ricco patrimonio culturale e la sua memoria storica che la rendono suggestiva ed indimenticabile agli occhi dei visitatori di tutto il mondo. Adagiata alle pendici dei Monti Cimini, Viterbo conserva tracce delle sue origine etrusche e della successiva fase romana mentre già per il VII secolo ci sono testimonianze dell’esistenza di un castrum Viterbi sul colle del Duomo ulteriormente fortificato da re Desiderio che ne valutò subito l’importanza strategica. Inizia così il processo di accrescimento del centro storico e tra i secoli XI e XII il nuovo Comune (1095) ingloba le zone circostanti e costruisce mura difensive. L’avvicendarsi di alleanze con il Papato o con l’Impero caratterizzerà l’intera storia medioevale viterbese. Alla metà del XIII secolo Viterbo è sede dei pontefici e dei conclavi (Palazzo Papale, monumento tra i più famosi della città) e ciò le permette di godere di un lungo periodo di potere ed opulenza: i palazzi, le chiese, le fontane che rendono così suggestiva l’immagine della Viterbo odierna risalgono per larga parte a quest’epoca come il quartiere S. Pellegrino, gioiello di contrada duecentesca, che conserva integro il suo aspetto medioevale con viuzze, torri, e case
Anche il periodo rinascimentale fu prosperoso per Viterbo grazie alla famiglia Farnese che con nuove costruzioni contribuì alla crescita economica ed artistica della città. Interessanti le testimonianze artistiche per il XVII secolo che vide sia interventi di gusto barocco in chiese di origine medioevale (Chiesa di S. Angelo in Spatha, Chiesa della SS. Trinità, Chiesa di S. Lorenzo…), sia la fondazione di monumenti ex novo.
I bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale hanno distrutto preziose testimonianze di questo periodo mentre i restauri degli anni ’50 del Novecento hanno teso a dare risalto alle vestigia medioevali rispetto alle strutture barocche. Ne restano, ciò nonostante, interessanti esempi.
L’altare maggiore presenta Cristo crocifisso che appare a Sant’Ignazio eseguito da Ludovico Mozzanti. La Chiesa di San Rocco si distingue, sul piano culturale e storico-artistico, per la sua notevole decorazione dipinta che rappresenta la più importante antologia di pittura viterbese del XVII secolo con artisti quali il giovane Giovan Battista Romanelli, un inedito Angelo Pucciati e artefici locali tra cui Giovan Maria Marzi. Molto importante per la storia dell’arte viterbese la pala che ornava l’altare di San Gerolamo, opera del Cavalier d’Arpino e del suo discepolo viterbese Filippo Caparozzi. Tuttora Viterbo rivive ogni anno il periodo barocco con una rassegna musicale che oramai da decenni rappresenta una delle perle dell’offerta culturale della Tuscia: il Festival Barocco.
La manifestazione prevede l’esecuzione di opere del XVII secolo, suonate spesso con strumenti d’epoca, in location di pregio che contribuiscono a rendere l’evento un irrinunciabile appuntamento per cultori di ogni dove.