L’Isola di Pasqua, sperduta nell’oceano a circa 3600 chilometri dalle coste cilene è tra le più isolate nel mondo e mantiene un fascino assoluto; amministrativamente è una provincia cilena, inclusa nel Parco Nazionale di Rapa Nui, nome di origine polinesiana.
Si raggiunge con le navi da crociera oppure con aerei che partono da Santiago del Cile, compagnia LAN, che atterra a Mataveri, nell’unica citta dell’isola, Hanga Roa. Si può arrivare anche dalla Polinesia Francese e dal Perù.
I voli da Santiago sono nazionali e diurni, come quelli da Lima, mentre quelli da Tahiti si svolgono durante la notte.

Le origini e il clima dell’Isola di Pasqua

L’isola ha origini vulcaniche ed una forma vagamente triangolare che nel punto più lungo raggiunge i 24 chilometri. I tre vulcani spenti sono il Rano Kau, il Maunga Puakatiki e il Maunga Terevaka. Quest’ultimo raggiunge i 509 metri di altezza, la massima dell’isola.
Ci sono anche tre isole minori, (Motu Iti, Motu Kau Kau e Moto Nui) prive di insediamenti umani.

L’isola non soffre di sbalzi termici di rilievo durante tutto l’anno, la temperatura rimane intorno ai 20 gradi; il clima è subtropicale e ventoso.
Il periodo suggerito per visitare l’Isola di Pasqua è quello da dicembre a marzo, quando è caldo, ma con piacevoli brezze. Piove perlopiù nella fascia serale, brevemente, ma abbondantemente.

I Moai, le famose statue dell’isola di Pasqua

Tutti la conoscono per le famosissime statue, quasi un migliaio, chiamate Moai, scolpite dagli indigeni in un periodo compreso tra il XIII e il XVI secolo. La particolarità di queste sculture rocciose sono le enormi teste giganti che poggiano sui pesanti piedistalli di pietra, gli athus. Ci sono statue isolate tra loro e intere serie. Il gruppo più imponente in posizione eretta è ad Ahu Tongariki; oer vederle tutte consigliamo di noleggiare uno scooter.
Dal centro dei Hanga Roa si può arrivare a piedi ai siti di Ahu Kote Riku, Ahu Thai e Ahu Vai Uri; con una passeggiata di qualche ora a quello di Orongo da cui si gode la vista sui Motu.
La parte turisticamente più frequentata si trova nella parte nord dell’isola dove si possono vedere la Playa di Anakena e gli Ahu Nau Nau e nel raggio di pochi chilometri ci sono i quindici Ahu Tongariki e il vulcano Raro Raraku. 
La particolarità dei Moai è di essere orientati tutti verso il centro dell’isola, gli unici sette che fissano il mare si trovano a Ahu Akivi.
Non si sa bene perché queste statue siano state costruite, forse per ricordare dei capi tribù; le statue venivano trasportate per chilometri e talvolta si spezzavano lungo il tragitto.

Visitare l’Isola di Pasqua

Il turismo è presente sull’isola dal 1967. Le sistemazioni sull’isola sono di vario tipo, dalle più economiche in tenda a quelle più esclusive in alberghi e resort.
Il prezzo del cibo è piuttosto alto, perché i prodotti sono tutti di importazione, ma l’acqua del rubinetto è potabile. Per risparmiare, è pratica comune condividere mezzi di trasporto; è più conveniente comprare il biglietto per il Parco Nazionale di Rapa Nui in moneta cilena che in dollari, sia all’aeroporto che a Orongo o Rano Raraku.
 Non esistono mezzi di trasporto pubblico, si può girare a piedi, in bicicletta, in scooter oppure in macchina. I costi per lo scooter e la benzina sono abbastanza abbordabili e forse è il mezzo più pratico per girare l’Isola di Pasqua.
Da giugno a settembre, come da dicembre a marzo, è sempre bene portare una felpa, una giacca per la pioggia od impermeabile.

Dal punto di vista delle specie vegetali presenti, l’isola è tra le più scarne; perlopiù sono state importate dall’uomo. L’isola era coperta da una folta vegetazione costituita da piante ad alto fusto come la palma gigante, la più grande al mondo, il cui diametro supera i due metri.

Grotte Isola di PasquaStoria dell’Isola di Pasqua

I primi a colonizzare l’isola furono i polinesiani; l’esploratore norvegese Thor Heyerdahl ha provato che era possibile arrivarci con una zattera, il Kon-Tiki, dal Perù e che probabilmente vi era giunta una popolazione bianca del Sud America. Dagli studi sugli scheletri e sulla lingua parlata, sembra più probabile che fossero stati proprio i polinesiani i primi abitanti dell’isola.
 Gli studi sulla storia dell’isola di Pasqua, però, sono di difficile effettuazione, poiché i primi abitanti non avevano una scrittura propria.
 Il pirata Edward Davis fu il primo ad avvistarla, ma, confondendola con il continente, non vi attraccò. Il governatore spagnolo del Cile decise di annetterla ai territori continentali sotto l’egida della Spagna, cambiandole il nome e disseminando l’isola di croci cristiane. Cook vi sbarcò il 14 marzo del 1774, per soli due giorni, considerandola del tutto inospitale.
 L’isola di Pasqua divenne cilena il 9 settembre 1888, ma ci furono molti contrasti con gli indigeni, sempre più relegati e in pessime condizioni di vita. Nel 1914 ci furono cruenti scontri tra la popolazione locale e quella cilena continentale. 
Un personaggio che si interessò della sorte dei nativi fu padre Sebastian Englert che vi rimase, come unico prete, dal 1935 al 1969, anno della sua morte.
 E’ l’unica isola nell’area del Pacifico che abbia sviluppato un proprio sistema di scrittura che prende il nome di Rongorongo, di cui rimangono solo 26 tavolette in tutto il mondo, non ancora interamente decifrate.
 Interessanti sono anche le grotte che i capotribù mantenevano segrete e che venivano utilizzate per seppellire i morti.