Sono sicuramente i laghi che la circondano a conferire a Mantova una luminosità particolare, quasi irreale, che ha affascinato da secoli poeti e scrittori. Laghi artificiali, bisogna precisare, realizzati nel XII secolo come sistema difensivo della città e collegati al fiume Mincio. Mantova, di origine etrusca, venne colonizzata dai Romani ai tempi dell’imperatore Augusto. In un villaggio poco distante da Mantova, Andes (probabilmente l’odierna Pietole), nacque nel 70 a.C. il grande poeta latino Publio Virgilio Marone. Nel XII secolo la città divenne libero comune per passare poi, nel XIV secolo, sotto il dominio dei Gonzaga, che arricchirono la città di monumenti e palazzi. La grande Piazza Sordello è il cuore della città in quanto ospita il Palazzo Ducale, il Palazzo Acerbi con la torre della Gabbia (così chiamata perché qui venivano pubblicamente esposti i condannati) e il Duomo. Il Palazzo Ducale è un vasto complesso architettonico composto da più edifici collegati tra loro da gallerie e porticati, residenza della famiglia Gonzaga tra il XIV e il XVIII secolo. Alla decorazione degli ambienti contribuì anche il grande pittore Andrea Mantegna, che nella torre nord-est dipinse la celeberrima Camera degli Sposi, una delle massime espressioni della pittura rinascimentale. Il Duomo, dedicato a San Pietro, venne costruito alla fine del XIV secolo in stile romanico e ristrutturato nel XVI e nel XVIII secolo.

Da piazza Sordello si prosegue verso piazza Broletto e piazza delle Erbe, che racchiudono i monumenti più significativi della Mantova medievale: il Palazzo della Ragione, il Palazzo del Podestà e la Rotonda di S. Lorenzo. Le due piazze erano il centro amministrativo e commerciale della città. Qui, nei piani superiori degli edifici, erano ospitati gli uffici comunali e gli uffici giudiziari, mentre il pianterreno era riservato alle botteghe dei mercanti. Oggi negli edifici, profondamente restaurati e modificati nei secoli, vi sono ancora negozi e, nel Palazzo del Podestà, i due piccoli musei dedicati al pilota automobilistico Tazio Nuvolari e al ciclista Learco Guerra. La Rotonda di San Lorenzo è la chiesa più antica della città, costruita nell’XI secolo a pianta centrale rotonda. L’edificio ha subito svariate trasformazioni e solo all’inizio del XX secolo è stata restituita alla sua originaria funzione religiosa. Poco distante sorge la chiesa di S. Andrea, la più grande di Mantova. In una cappella si trova il monumento funebre di Andrea Mantegna, mentre nella cripta è custodita la reliquia del Preziosissimo Sangue di Cristo, che si dice sia stata portata a Mantova dal centurione romano Longino.

Una deviazione lungo la via Accademia porta il visitatore al Teatro Scientifico Bibiena. Costruito verso la fine del Settecento con l’obiettivo di ospitare prevalentemente conferenze scientifiche (da qui il nome), venne ben presto aperto anche a spettacoli teatrali e musicali. Ancora oggi il teatro è sede di rassegne musicali, concerti e convegni di alto livello, tra cui il prestigioso Festivaletteratura (ai primi di settembre), serie di incontri con autori, reading, spettacoli, concerti, laboratori per adulti e bambini, che richiamano ogni anno folti gruppi di visitatori. Le austere vie medievali del centro si animano anche ai primi di maggio in occasione della manifestazione Ludicamente, dedicata agli appassionati dei giochi di ogni tipo, che si ritrovano per sperimentare giochi tradizionali o anche sconosciuti. Dalla parte opposta del centro storico (ma facilmente raggiungibile a piedi) si trova lo splendido Palazzo Te, realizzato agli inizi del Cinquecento come luogo di riposo per il Duca. I monumentali ambienti sono riccamente decorati con temi ispirati alla mitologia classica. Magnifica eccezione la Sala dei Cavalli, in cui sono raffigurati a grandezza naturale i cavalli preferiti dal Duca.

Al momento di andare a tavola, la gastronomia mantovana mette in mostra le sue peculiarità di cucina attenta alle risorse locali. Particolarmente apprezzati sono quindi, oltre ai risotti, i tipici tortelli di zucca, diventati uno dei simboli della cucina locale. E a conclusione del pranzo non può naturalmente mancare la torta sbrisolona a base di mandorle e zucchero, apprezzata ormai dovunque grazie al suo gusto semplice e alla sua conservabilità.