E’ la città alla testa della provincia italiana più importante nel settore agroalimentare di qualità, ospita l’EFSA, l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare, ed è sede di numerose industrie meccaniche leader nella produzione di impianti per la trasformazione industriale delle derrate agricole. Nello stesso tempo ha il più antico quotidiano d’Italia, la Gazzetta di Parma (fondata nel 1735), testimonia la sua passione per il melodramma con il Teatro Regio e si orna di monumenti di una bellezza mozzafiato come la cattedrale e il battistero. Parma è tutto questo, a riprova di come si possa coniugare una sana tradizione industriale – alimentare, conosciuta in tutto il mondo, con monumenti e attività culturali di grande suggestione e interesse. Sorta come insediamento etrusco e poi divenuta colonia romana, la città si ingrandisce e prospera sotto il dominio bizantino. 
Nel medioevo la città si cinge di nuove mura e si espande su entrambe le rive del torrente Parma dopo essere divenuta capitale del ducato. Durante la reggenza di Maria Luigia, moglie di Napoleone, l’abbellimento della città trova il suo punto di massimo splendore. Cuore della città è la splendida piazza del Duomo. Costruito nei secoli XI e XII in stile romanico, il Duomo è ricco di capolavori al suo interno, tra i quali spiccano la cupola affrescata dal Correggio e la deposizione realizzata da Benedetto Antelami. Dell’Antelami anche il Battistero in marmo rosa, opera di transizione dal romanico al gotico. In pieno centro sorgono anche i due teatri per i quali Parma è meritatamente famosa, il Teatro Regio e il Teatro Farnese. Il Teatro Regio, considerato un autentico “tempio della lirica”, venne edificato su commissione di Maria Luigia in stile neoclassico, con quattro ordini di palchi e loggione. Ogni anno il teatro organizza un’apprezzata stagione lirica e il Festival Verdi con la partecipazione di artisti di fama internazionale. Il Teatro Farnese, capolavoro delle strutture teatrali rinascimentali, è stato restaurato a metà del Novecento con un intelligente recupero delle originali parti lignee.

Il Teatro è ospitato nel grandioso Palazzo della Pilotta, fatto costruire dai Farnese, nel quale si trova anche la collezione di quadri della Galleria Nazionale. La Galleria, ampliata per volontà di Maria Luigia, espone opere dal XIII al XIX secolo di insigni maestri quali Correggio, Parmigianino, Beato Angelico, Greco, Tiepolo e Canaletto, solo per citarne alcuni. Correggio e Parmigianino, gli artisti rinascimentali più significativi della città, si ritrovano anche nella cupola e nelle cappelle della splendida chiesa di San Giovanni Evangelista, a pochi passi dal Duomo. Opere del Parmigianino sono presenti anche nella chiesa di Santa Maria della Steccata da cui si può accedere al tesoro d’arte e di storia del piccolo Museo Costantiniano. Da non perdere la Camera di San Paolo, nell’antico monastero delle suore benedettine poco lontano dal Duomo, uno dei capolavori del Correggio: la volta dell’appartamento della Badessa Giovanna Piacenza, affrescata sotto forma di un pergolato, richiama gli analoghi lavori del Mantegna e di Leonardo.

Oltrepassato il torrente Parma sul ponte dedicato a Giuseppe Verdi, si raggiunge il Palazzo Ducale, costruito nella seconda metà del Cinquecento e ampliato nel Settecento, che si affaccia sullo splendido Parco Ducale, ricco di alberi secolari e realizzato sulla base del cosiddetto modello “alla francese”. Gli appassionati di musica potranno visitare anche la casa natale di Arturo Toscanini, trasformata in museo con materiali provenienti dalle residenze del maestro a Milano e a Riverdale, mentre il Museo della Profumeria accoglie i visitatori tra strumenti di lavoro, essenze e preziose confezioni in un delicato effluvio di violetta di Parma.

Conclusa la visita alla città resta il tempo per una sosta ristoratrice a base di salumi e formaggi di Parma, da sempre sulle tavole di tutto il mondo. Dal prosciutto crudo di Parma al salame di Felino, dal culatello di Zibello alla spalla cotta di San Secondo, dal Parmigiano-Reggiano, realizzato da più di otto secoli secondo lo stesso metodo, ai funghi di Borgotaro, i prodotti tipici della zona sono da sempre un trionfo di sapori per soddisfare i palati più esigenti e golosi.