Per la maggior parte degli italiani Barletta si identifica con la località dove si svolse, ai primi del Cinquecento, la storica disfida descritta da Massimo D’Azeglio nel romanzo “Ettore Fieramosca”. Il capitano di una guarnigione di soldati francesi aveva osato mettere in dubbio il valore dei soldati italiani; questi ultimi, guidati dal Fieramosca, dimostrarono l’infondatezza delle sue affermazioni in una sfida senza esclusione di colpi (in realtà svoltasi a Trani), da cui uscirono vincitori. La disfida è oggetto di una rievocazione storica tutti gli anni ai primi di settembre. Barletta, sorta in periodo romano, era fiorita nel medioevo come fortezza dei Normanni e successivamente si era imposta come importante centro commerciale legato alla produzione agricola della zona. Il centro storico, che separa le due lunghe litoranee di levante e di ponente, ospita diversi monumenti di notevole valore artistico. La visita inizia dall’imponente cattedrale di S. Maria Maggiore, da cui sembrano irradiarsi le vie del borgo medievale. L’edificio, iniziato ai primi del XI secolo, è composto da due parti nettamente distinte, romanica la parte anteriore, gotica quella posteriore. La chiesa, in realtà, è una sovrapposizione di diversi luoghi di culto, stratificatisi nel tempo. Della prima basilica paleocristiana rimangono alcuni mattoni con il sigillo vescovile, mentre della successiva restano tracce del pavimento a mosaico con motivi floreali.

L’arredo interno, ornato di raffinati capitelli popolati da animali, mostri e figure indistinte, è una preziosa testimonianza degli stretti legami tra Barletta e il vicino Oriente all’epoca delle crociate. Alle spalle della cattedrale troneggia il maestoso castello, di forma quadrangolare e delimitato dalle caratteristiche torri-bastioni. La struttura, di origine normanna ed eretta nel X secolo, era una tappa obbligata per i cavalieri in partenza e in arrivo dalla Terra Santa durante il periodo delle crociate. Il castello venne profondamente rimaneggiato nel corso dei secoli, diventando nel Cinquecento una delle fortezze più possenti dell’Italia meridionale. Adibito a carcere e a deposito militare, bombardato durante le due guerre mondiali, l’edificio ormai in decadenza venne sottoposto alla fine degli anni Settanta del Novecento ad un lungo ed accurato restauro che l’ha restituito all’antico splendore. Anche l’area circostante è stata sottoposta a bonifica e trasformata negli attuali Giardini del Castello, che fungono da cerniera verde tra la litoranea e il centro storico. Attualmente il castello ospita la biblioteca comunale e conserva importanti reperti del passato di Barletta, tra cui una preziosa lastra tombale del IV considerata la prima testimonianza cristiana della zona. Proseguendo verso il centro della città si incontra la splendida basilica del Santo Sepolcro, costruita in stile gotico alla fine del XII secolo. La facciata, rimaneggiata in forma barocca, contrasta con la fiancata caratterizzata da ampie arcate cieche interrotte da uno splendido portale gotico. L’interno custodisce diversi tesori d’arte, in particolare una serie di preziose icone bizantine. A fianco della basilica è situato il monumento simbolo della città, la grande statua di bronzo risalente al V secolo nota come il Colosso di Barletta.

L’origine dell’opera e il nome della persona raffigurata sono piuttosto incerti. Secondo la tradizione si tratterebbe di una statua asportata dai veneziani da Costantinopoli ai primi del Duecento e abbandonata (forse a causa di problemi di navigazione) durante il viaggio verso Venezia, mentre il personaggio raffigurato sarebbe l’imperatore Eraclio I (da qui deriverebbe il nomignolo di Eraclio con il quale i locali identificano il Colosso). Più probabile, invece, che si tratti di una statua, raffigurante l’imperatore Teodosio II, fatta trasportare qui da Ravenna dall’imperatore Federico II di Svevia. A pochi chilometri dal centro storico è infine possibile visitare il sito archeologico di Canne della Battaglia dove nel 216 a.C. i romani subirono una grave sconfitta ad opera dei Cartaginesi comandati da Annibale.