Anche da una semplice occhiata a una pianta della città di Bari risulta subito evidente la distinzione tra il centro storico, ovvero l’ intrico di vie tortuose ed anguste della città medievale (comunemente chiamata Barivecchia) chiusa dalle mura che la separano dal lungomare, e la Bari moderna voluta da Gioacchino Murat, re di Napoli nel periodo napoleonico, impostata su una griglia quadrangolare a scacchiera. In questo contrasto si riassume tutta la storia di Bari, dalle origini come porto minore della Magna Grecia, poi municipio romano, quindi importante borgo bizantino e normanno, e infine rilevante centro commerciale e portuale rivolto verso l’Oriente. Il centro storico di Bari ospita diversi monumenti romanici di pregio, tra cui la basilica di S. Nicola, il santo patrono della città. Eretta nel XII secolo per custodire il corpo di S. Nicola che era stato trafugato dall’Asia Minore, la basilica è un capolavoro dell’architettura romanico-pugliese. L’imponente facciata, coronata da bifore, è fiancheggiata da due mozze torri campanarie e ornata da un grandioso portale. L’interno a tre navate è caratterizzato dalle ricche decorazioni delle colonne bizantine, dal soffitto intagliato e dorato e dal pavimento intarsiato con motivi orientaleggianti. Di particolare pregio, nell’abside centrale, la sedia episcopale in marmo, elegantemente traforata, e il monumento di Bona Sforza, regina di Polonia. Sotto l’altare della monumentale cripta riposa il corpo di S. Nicola, uno dei santi maggiormente venerati fra i cristiani ortodossi.
La basilica è quindi frequentata contemporaneamente da appartenenti a diverse confessioni e nella cripta si tengono ogni giorno le funzioni della Chiesa Ortodossa. Sempre nel cuore di Barivecchia si trova la maestosa cattedrale di S. Sabino, edificata nella prima metà del XI secolo e ricostruita alla fine del XII secolo, con la facciata scandita da tre portali e coronata da semplici archetti. Poco distante dalla cattedrale, immerso nei suggestivi Giardini Isabella d’Aragona, uno dei più frequentati parchi della città, si erge il Castello Normanno-Svevo, costruito da Federico II di Svevia nella prima metà del XII secolo. Il possente edificio è composto di due parti distinte: il mastio, di origine bizantino-normanna con due torri delle quattro originarie, e i baluardi a scarpata con i torrioni angolari sul fossato aggiunti nel XVI secolo.
Il castello ospita oggi al suo interno la Gipsoteca Provinciale, con i calchi delle sculture più importanti dell’intera Puglia. Il centro storico della città è delimitato dal lungomare che si snoda per le vie Imperatore Augusto, Araldo di Crollalanza e Nazario Sauro. La passeggiata è costellata di piacevoli scorci, come quelli che si godono dalla suggestiva piazza del Ferrarese, di fronte al porto vecchio ai margini meridionali del centro storico, o dalla piazza 4 Novembre, punto di incontro tra il lungomare Imperatore Augusto e il lungomare Nazario Sauro. La più coinvolgente piazza barese è comunque piazza Armando Diaz, ad emiciclo, sul lungomare Nazario Sauro, direttamente sul mare. Lo spettacolo che offre, specialmente alla sera, è particolarmente suggestivo. Quasi al centro della città nuova si trova, infine, piazza Umberto I, la più grande della città. Immersa nel verde di un giardino pubblico abbellito da numerose aiuole e alberi, caratterizzata da una monumentale fontana e delimitata dal possente palazzo dell’Università degli Studi, la piazza è uno dei luoghi d’incontro preferiti dai baresi. Per la sosta gastronomica c’è solo l’imbarazzo della scelta tra i numerosissimi ristoranti che propongono la tipica cucina barese, basata sui prodotti principali della regione, cioè grano, olio e vino, a cui si aggiungono naturalmente pesce e crostacei.
Così, anche se non possono mancare le orecchiette con le cime di rapa, sono però sicuramente da provare l’originalissimo riso con le patate e le cozze o la minestra di fave e cicoria insaporita da un filo d’olio, un piatto semplice dal sapore antico come lo sono i piatti a base di carne di agnello o di maiale. E su tutto un buon bicchiere dei generosi vini della Valle d’Itria.