Il paese dove il presente turistico e il passato minerario dell’Isola d’Elba si uniscono, con un nome che dice tutto: Monte Calamita. Una vacanza nel borgo medievale di Capoliveri – quasi all’estremità meridionale dell’isola – permetterà non solo di apprezzare le sue splendide spiagge, ma anche di conoscere la millenaria tradizione dell’estrazione del ferro, iniziata ancora prima degli Etruschi e cessata solo una trentina d’anni fa. In altri termini, a Capoliveri si potrà assaporare la vera “anima” dell’Elba, con ottimali strutture recettive e di svago, inserite in modo discreto nel suggestivo ambiente naturale, tutelato dal Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano.
Le attività minerarie nei pressi di Capoliveri iniziarono, con tutta probabilità, già prima degli Etruschi, anche se fu questo popolo a portarle avanti con criteri che oggi potremmo definire industriali, come dimostrano i resti di forni fusori. All’epoca le miniere dell’Elba rivestivano una grande importanza militare, tanto che gli Etruschi e i Romani entrarono in guerra anche per il loro controllo. La vittoria dei Romani, e la conseguente disponibilità di grandi quantità di ferro per la produzione di armi, fu una delle ragioni che rese il loro esercito invincibile, permettendogli di conquistare il mondo allora conosciuto. Lo sfruttamento minerario più intenso si ebbe però negli ultimi due secoli, con aziende del calibro di Ilva, Ferromin, Italsider, Iritecna, per alimentare gli altiforni di Portoferraio, Piombino e Taranto. Fino ad arrivare alla chiusura delle miniere negli anni ’80 del ‘900, anche se nelle viscere della terra il ferro è tutt’altro che esaurito.
Le miniere si possono visitare partendo dalla piazza comunale di Capoliveri – chiamata Piazza del Cavatore – percorrendo una panoramica stradina, quasi a picco sul mare, sullo sfondo della Corsica e delle isole di Pianosa e Montecristo. In poco più di un’ora di cammino, si giunge a Calamita, la miniera più importante, completamente a cielo aperto, in un colpo d’occhio che, da solo, vale il viaggio.
Tornati nel centro storico di Capoliveri, adagiato in una pittoresca posizione panoramica, a 167 metri di quota, si potrà apprezzare il suo tipico e piacevole aspetto medievale, con un’ampia e lunga strada principale (via Roma) dalla quale, ad angolo retto, si diramano numerosi vicoli e viuzze, a formare la cosiddetta “pianta a lisca di pesce”, con piazzette, archi, sottopassi e scalette, in un paesaggio urbano d’altri tempi. Tra i principali monumenti, possiamo ricordare: il santuario della Madonna delle Grazie (XVI secolo), la chiesetta della Madonna della Neve, i ruderi dell’antichissima Pieve di S. Michele e il poderoso Forte Focardo (XVII secolo), proteso sul mare.
Dal centro di Capoliveri, un comodo servizio di bus consente di raggiungere le numerose spiagge sparse lungo la costa: arenili uno più bello dell’altro, a volte attrezzati, altre volte del tutto naturali, con solo l’imbarazzo della scelta, dove trascorrere ideali giornate di riposo e di svago. Tra le tante, possiamo ricordare: la minuscola spiaggia della Madonna delle Grazie; la Zuccale, una splendida insenatura avvolta da una coltre di macchia mediterranea, dove il profumo della salsedine si mescola alle essenze dell’isola; Naregno, tra le prime ad aprirsi al turismo, dominata dalla mole del Forte Focardo; Lacona, lunga un chilometro (la seconda per lunghezza dell’isola), con la sua sabbia finissima e le sue suggestive dune, e potremmo continuare a lungo.