La sorella minore di Venezia. Così, in una battuta, possiamo definire Chioggia, all’estremità meridionale della Laguna Veneta, in una spettacolare posizione geografica, tra mare e laguna, quasi sospesa tra le diverse tonalità di azzurro del cielo e dell’acqua. Come la ben più famosa e visitata sorella maggiore, anche Chioggia è costituita da alcune isolette, e può essere raggiunta solo percorrendo un ponte, per poi trovarsi immersi in un affascinante intreccio di piazze, calli e canali, su cui si affacciano palazzi e torri, chiese e monumenti, in uno straordinario tuffo nel medioevo. Una vera città d’arte, tutta da vedere, a due passi dalla splendida spiaggia sabbiosa della frazione Sottomarina, lunga dieci chilometri.

Di sicura origine romana – se non si vuol dar credito alla tradizione, secondo la quale la città sarebbe stata fondata da Clodio, di ritorno dalla distruzione di Troia, con i compagni Enea, Antenore e Aquilio – nel medioevo Chioggia fu al centro di alterne e spesso cruente vicende, che ci hanno lasciato in eredità un centro storico di grandissimo interesse, da visitare rigorosamente a piedi, in un “paesaggio urbano” tipicamente veneziano, ma con ben visibili influenze emiliane, in particolare per i suoi lunghi portici.

La “forma urbis” di Chioggia, ovvero la struttura urbanistica, da sempre ha incuriosito studiosi e viaggiatori, in una geniale sintesi di morfologia naturale e funzionalità di vita e di lavoro, sempre in relazione alla secolare “ragion d’essere” della città: la pesca.

Le linee verticali della piazza e dei tre canali – che dividono l’abitato in “fette” – si intersecano con quelle orizzontali delle calli, scandite con regolarità e in ordine quasi perfetto, a formare la classica pianta a “spina di pesce”. La via principale di Chioggia è Corso del Popolo: una “piazza-strada” ampia e maestosa, che “taglia” l’abitato da nord a sud, per una lunghezza di 840 metri, a sua volta intersecata, ad angolo retto, da 74 calli, ovvero i tipici vicoli lagunari, in scorci d’altri tempi, che ci riportano alla mente i luoghi raccontati nelle commedie del Goldoni, che qui visse per alcuni anni. Tra i tanti tesori d’arte, possiamo ricordare: la medievale Porta di S. Maria, la maestosa Cattedrale, il tardo-gotico Tempietto di S. Martino, la basilica di S. Giacomo, fino alla chiesa di S. Andrea, con la torre-campanile dell’XI-XII secolo, ora adibita a museo, che conserva l’orologio da torre più antico al mondo, esistente già nel 1386, contemporaneo di quello della cattedrale inglese di Salisbury. Senza dimenticare l’interessante Museo civico della Laguna sud, dove ripercorrere la millenaria storia della città e della marineria.

Chioggia è inoltre l’ideale base di partenza per innumerevoli gite e passeggiate – in battello, a piedi o in bicicletta – nel suggestivo ambiente della Laguna di Venezia – la più vasta “area umida” del Mediterraneo – dove terra e mare spesso si confondono, in paesaggi di rara bellezza.

Infine, un accenno alla tradizionale cucina chioggiotta, basata sui prodotti del mare e della terra, con piatti in gran parte nati poveri, cadenzati col ritmo delle stagioni, oggi valorizzati e arricchiti: le “sardelle o sardoni salài”, ovvero sardine o acciughe salate; il “broeto”, cioè la zuppa di pesce; le “schile e i marsioni”, ovvero gamberetti di laguna su crema di polenta, e moltissimi altri ancora.